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Cenni storici

Premessa

 

Chi vuole raggiungere Ponte Capriasca deve avere l’intenzione di andarci; infatti è uno dei pochi paesi del Ticino che non si trova sulla strada per altre località, una specie di isola da quando Ponte Capriasca non ha più la strada cantonale che lo attraversa tanto da permettere a qualcuno di ipotizzare la consegna di una chiave a ogni abitante per permettergli di aprire o chiudere i due cancelli che sarebbero stati posati al confine comunale quasi a delimitarne una “proprietà privata“.

Il comune appartiene geograficamente e anche istituzionalmente alla Capriasca, ma sovente sente di non farne completamente parte. E questo sentimento non è solo di adesso, ma percorre e accompagna la storia e le vicende della Pieve che avevano sì riferimento di carattere religioso e giudiziario con Tesserete, ma nello stesso tempo rapporto conflittuale con gli altri comuni per problematiche legate alle proprietà quindi ai confini territoriali, all’uso degli alpeggi, alla manutenzione dei fondi.

 

 

Come si raggiunge

 

Eliminate le strade cantonali che attraversavano il paese e fra queste l’impervia strada del Bossago, (pendenze anche oltre il 20 %) che univa attraverso Sala l’alta Capriasca alle strade del Vedeggio, messa fuori uso dalla posa di in un cancello, Ponte Capriasca si raggiunge grazie alla Taverne-Origlio oppure alla Cureglia-Origlio-Tesserete. Il comune gode di un collegamento con autopostali da Lugano, Tesserete e Taverne ed è assai prossimo ai contatti autostradali di Lugano Nord e di Rivera.

La nuova organizzazione viaria all’interno del Comune ha favorito il recupero di comodi collegamenti pedonali e ha permesso una ulteriore protezione per gli utenti “più deboli” con un adeguato arredo stradale per la moderazione della velocità.

 

 

Collocazione

 

Ponte Capriasca non ha frazioni e si estende su una superficie di poco più di sei chilometri quadrati. Confina a nord con l’ex comune di Sala Capriasca e a est con l’ex comune di Vaglio che con il processo aggregativo sono confluiti nel comune di Capriasca. A sud fa da confine il comune di Origlio mentre a ovest ci sono i comuni di Sigirino e di Taverne-Torricella con il fiume Vedeggio a indicare in parte il confine. Nella toponomastica comunale si menzionano, fra gli altri, i nomi di Meraggia, Roncaccio, Canavee, Crevegno, Margiasco, Ravredo, Volta, Caiscio, Nogo, Orio, Arbostello, Tosello, Cugiana, Sabbione, Bossago, Crano, Logio.

 

 

Abitanti

 

Da diversi anni il numero degli abitanti si aggira attorno a quota duemila (nel 2023 se ne contano 1942). Un numero determinato grazie al vigoroso incremento edilizio degli anni settanta e ottanta durante i quali, fra l’altro, venne stabilito percentualmente un primato cantonale di crescita demografica (a titolo d’informazione nel 1970 gli abitanti erano 353, diventati 768 nel 1980 e oltre milleduecento nel 1990).

Questo fenomeno è stato possibile dalla particolare collocazione e dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del comune, dalla disponibilità di terreni edificabili e da una serie di servizi dettati dal piano regolatore del 1975 che hanno compreso fra l’altro il recupero di certi terreni di scarso pregio, canalizzazioni, strade interne, scuole elementari, scuola dell’infanzia, rete idrica, spazi per l’edilizia pubblica, zone di svago per la popolazione e per lo sport e anche dell’allora moltiplicatore d’imposta ancorato al 65%.

 

 

Le capre

 

Grande importanza ebbero le capre nella regione. Questi animali ben si adattavano non solo alle caratteristiche dei posti, ma soprattutto erano di agevole conduzione specie per le donne confrontate con i lavori agricoli per sopperire all’assenza degli uomini stagionalmente emigranti. Le capre, stando alla leggenda, hanno anche avuto un ruolo determinante nella storia del paese. Si ama infatti ricordare il violento temporale che mille e più anni fa mise a soqquadro l’interna Capriasca. “Durante una notte buia e tempestosa” le acque del fiume si ingrossarono a dismisura tanto da provocare il crollo del ponte che collegava Tesserete a Ponte. Quel disastro poteva portare alla completa distruzione del paese con l’inevitabile numero di morti. A salvare gli abitanti ci pensarono le capre, che con alti e ripetuti lamenti (quasi a imitare lo starnazzio di secoli prima delle oche romane) allarmarono le genti che poterono così mettersi in salvo.

Ma le capre, seppur ricordate nello stemma, non ebbero grande considerazione nel paese di Ponte Capriasca infatti lo statuto del 1443 (“ordini e statuti del Commune e huomini di Ponte”) ha la seguente disposizione all’articolo 14 “si è ordinato che alcuna persona del detto Commune non possi tener Capre nella terra; ne anco nel territorio di Ponte quando stanno a gli Alpi, salvo per legittimo impedimento, e necessità, sotto pensa di danari 6 imperiali per ogni Capra e per ogni volta”.

 

 

Le istituzioni

 

Il Municipio è formato da cinque persone (fino al 1972 era formato da tre membri) e di regola si riunisce una volta alla settimana. I membri del Municipio sovrintendono alle diverse attività e necessità del Comune suddivise in dicasteri e si avvalgono della collaborazione del Segretario comunale, di tre funzionari di Cancelleria, di quattro operatori nel servizio esterno e di alcuni consulenti nei settori dell’edilizia privata, dell’approvvigionamento idrico, della manutenzione delle strade e raccolta dei rifiuti.

Dal 1977 (prima elezione il 19 dicembre) è istituito il Consiglio comunale; per l’occasione votarono 244 cittadini su 332 iscritti in catalogo. Nel 20232 gli aventi diritto di voto sono 1314.

 

 

La Parrocchiale

 

La Chiesa è dedicata a Sant’Ambrogio e questa intitolazione dimostra l’affiliazione della Pieve della Capriasca all’arcivescovado di Milano. Viene fatta risalire al 13.mo secolo e sarebbe stata consacrata dal Vescovo il 9 maggio 1356. Al posto di quella Chiesa del tempo, della quale si sono rispettate e conservate alcune importanti tracce, nel 1835 venne eretto l’attuale edificio in stile barocco-moderno completato da un campanile alto oltre trentadue metri con tre campane concertate in “mi” elettricamente azionate dal 1981. La chiesa di Sant’Ambrogio deve la sua fama, ed è meta di numerose visite, al grande affresco che rappresenta l’ultima cena.

 

 

Il Cenacolo

 

Il dipinto che si distende su una lunghezza di oltre sette metri lo si ammira sul lato occidentale della Chiesa e rappresenta una delle migliori copie del celebre capolavoro di Leonardo da Vinci eseguito nel refettorio del convento di santa Maria delle Grazie a Milano. Il nostro Cenacolo, restaurato grazie al contributo della fondazione Kottmann nel 1993, ha ottenuto attenzioni e riconoscimenti per le sue particolarità come ad esempio il nome scritto sotto ogni figura, che Leonardo non fece e forse, ancor di più, per l’incertezza sul nome dell’autore. Al proposito vi furono vere e proprie dispute tanto da arrivare, pur con ancora una certa cautela, ad attribuire la paternità a tale Cesare da Sesto (1477-1523) che avrebbe la preferenza rispetto ad altri possibili autori come Francesco Melzi e Marco d’Oggione, discepoli di Leonardo, o a Pietro Luini figlio del celebre Bernardino e ancora a Gianpietrino e Gian Battista Tarilli di Cureglia.

 

 

L’Oratorio

 

All’uscita del paese prima di affrontare la salita (ora chiusa al traffico motorizzato) del Bossago si incontra l’Oratorio di San Rocco; opera eseguita in tempi diversi approfittando del rientro annuale degli emigranti che gratuitamente si prestarono alla costruzione dell’edificio voluto a protezione della peste che imperversò nel 1484. L’Oratorio non fu soltanto chiesa a tutti gli effetti, ma anche luogo di incontro  per le genti della Pieve grazie alla sua ubicazione in prossimità di Vaglio, Sala Capriasca e Tesserete. Una apposita commissione, grazie anche al sostegno finanziario del comune, da anni si occupa del recupero e del restauro dello stabile e delle diverse opere contenute. Finora è stato risanato il tetto, risistemato il piazzale esterno e riproposti gli spazi interni. Fra le opere da menzionare le statue di San Rocco e San Sebastiano, l’altare della Madonna dei Sette dolori, la tela della Crocifissione sopra l’altare maggiore e due acquasantiere. L’esercizio del culto nell’oratorio di San Rocco è stato interdetto dalla Curia vescovile con decreto 16 settembre 1963.

 

 

Il Patriziato

 

Grande importanza ha avuto, e ancora ha, il Patriziato a Ponte Capriasca. Oltre a reggere le sorti del comune prima e dopo la costituzione del cantone Ticino il patriziato seppe dare impulso a diverse attività e fra queste da ricordare il rifacimento dell’attuale chiesa parrocchiale attorno al 1835, l’istituzione e la gestione di un’officina per la produzione di energia elettrica tra il 1910 e il 1930, l’incentivazione delle attività agricole con la disponibilità di terreni lungo il fiume Vedeggio e di alpi  e la promozione di abitazioni a pigioni contenute con la costruzione e il recupero di diversi stabili così da concorrere a soddisfare le non indifferenti richieste della popolazione. L’amministrazione del patriziato formata da tre persone sta ora procedendo al riordino dell’archivio e alla redazione di alcuni fascicoli per contribuire a dar visibilità alla storia del paese. Fra le famiglie patrizie si menziona Gioia, Aragni, Righinetti, Quadri, Fumasoli, Degasperi, Ferrari, Allegrini, Zuccoli.

 

 

Lo sport

 

Diverse le possibilità di praticare sport e attività all’aperto. Si segnala le attività di diverse società presso la palestra delle scuole elementari e il gioco del calcio. Per i più piccoli un attrezzato parco-giochi con pista per lo skater hockey e tavoli da ping pong.

 

 

Gli appuntamenti

 

Alcune società presenti sul territorio organizzano annualmente delle manifestazioni molto apprezzate dalla popolazione come la risottata del carnevale (il sabato ambrosiano), il cinema in piazza, le cantine in piazza e il mercatino di Natale nel nucleo.